Prima legge: evidenza, rendere l’input evidente.
-- Con il tempo le abitudini divengono così automatiche che non si fa più attenzione alle proprie azioni, a questo punto il primo passo da fare per cambiare le abitudini è di divenire consapevoli di quelle che già eseguiamo. Un buon esercizio a questo fine è l’utilizzo di una lista, un elenco di tutte le abitudini efficaci e non, che eseguiamo ogni giorno.
-- Creare un programma di attuazione delle proprie intenzioni abbinato a una data e un’ora è un ottimo modo per essere costanti nelle nuove abitudini, inoltre è utile abbinarle con quelle che si eseguono di già, in questo modo si crea un input evidente per eseguire la nuova azione.
-- Per rendere l’input che attiva un’abitudine ancora più evidente, si può modificare l’ambiente, con il tempo l’input non deriverà più da un singolo oggetto ma dal contesto stesso. È importante combinare un nuovo ambiente con una nuova abitudine, è più difficile che un nuovo comportamento riesca a competere in un ambiente con input per abitudini contrastanti.
Seconda legge: attrazione, rendere l’abitudine attraente.
-- Più un’opportunità è attraente più siamo spinti ad agire, è l’aspettativa di una ricompensa e non l’ottenimento di quest’ultima che ci fornisce la motivazione. Una strategia utile in questo senso è l’abbinamento di un’azione che si desidera fare con un’azione che si deve fare.
-- L’essere umano tende a eseguire azioni approvate dal suo gruppo sociale, dalla famiglia o dalle personalità di prestigio, è difficile eseguire abitudini che sono considerate indesiderate da tali gruppi. A questo scopo è utile unirsi a un gruppo con cui abbiamo qualcosa in comune e che accetta e considera normale l’abitudine che desideriamo eseguire.
-- Fare qualcosa che amiamo prima dell’abitudine desiderata può creare un input stimolante e darci la motivazione per portare avanti la nuova abitudine.
Terza legge: semplicità.
-- Le abitudini vengono create in base alla frequenza con cui ripetiamo l’azione e il modo migliore per fare ciò è renderle facili.
-- Uno dei metodi migliori per rendere semplice l’esecuzione di un’abitudine è modificare l’ambiente in modo che le azioni siano facili da eseguire, eliminando qualsiasi elemento d’attrito e dispendio di energia.
-- Ogni giorno è pieno di piccole scelte, momenti decisivi che sommati creano l’esito della giornata. Riuscire a padroneggiare queste piccole scelte abituali è alla base delle buone abitudini.
-- Una regola importante per implementare una nuova abitudine è la “regola dei due minuti”. Ogni nuova abitudine non deve durare più di due minuti. Una volta che si padroneggia questa regola e l’abitudine è consolidata dalla ripetizione, allora si può iniziare a ottimizzarla.
-- La tecnologia è un ottimo aiuto per rendere semplice una buona abitudine, infatti l’automatizzazione è una strategia efficace per seguire il giusto comportamento.
Quarta legge: soddisfazione.
-- Siamo più propensi a ripetere un comportamento se questo è immediatamente soddisfacente. Purtroppo l’immediatezza di un risultato non è un fattore comune nella vita umana, basti pensare all’ambiente lavorativo, la paga (ricompensa) si riceve solo dopo un mese di lavoro. È vitale utilizzare una ricompensa immediata per rinforzare un buon comportamento, con il tempo la soddisfazione per la ricompensa diverrà meno importante e l’abitudine si eseguirà perché parte della propria identità.
-- Un altro metodo per creare soddisfazione è quello di tenere traccia(automatica o manuale) della ripetizione delle proprie abitudini. Riuscire ad avere una prova visiva dei propri progressi crea un senso di soddisfazione, ma è necessario tenere traccia dell’elemento giusto, e nonspezzare la serie di ripetizioni più di una volta.