Quali sono le 5 verità più brutali sulla vita che dovremmo tutti conoscere prima di diventare adulti?
by FEDERICO COPPINI | LETTURE 2103
Ho risposto e, scrivendo, mi sono ricreduto. Non sulle 5 verità che ho esposto ma sul fatto che dovremmo conoscerle.
Già… SAREBBE MEGLIO DI NO!
Primo: L’egoismo é il male del mondo
L'amore assoluto per se stessi. Io. Tutto io. Il potere. La conquista. Il mondo é dei più forti. I più forti sono egoisti.
Ogni giorno 8000 bambini muoiono di fame prima di aver compiuto 5 anni. Fame e mal nutrizione. Nello stesso momento, nel mondo, si sprecano 2 miliardi di tonnellate di cibo. Solo in europa il 42% di quello che compriamo finisce nella spazzatura perché andato a male o scaduto; qualcosa non torna.
3 milioni di bambini ogni anno muoiono DI FAME e nel contempo si spendono circa 150 milioni di dollari per una missione nello spazio. In Italia spendiamo circa 4 miliardi per la politica e altrettanto per la chiesa; scusatemi se non voglio sapere a quanto stracazzo ammonta la spesa per le armi. Cose necessarie, avrà pensato qualcuno di voi… Necessarie come mangiare per non morire?
Questa è solo una delle tante sfaccettature di un egoismo malato di cui facciamo parte tutti.
Secondo: Il paradiso, l'inferno e il purgatorio esistono
Avete dubbi? Li abbiamo sotto gli occhi. Quotidianamente.
Momenti in cui vieni rapito dai sensi. L'amore per la vita. La felicità. La musica. La passione. I progetti. L’orgasmo. I colori di un tramonto. La nascita… Un miracolo! Lo sguardo di mia figlia; il suo sorriso… Non é forse il paradiso?
Nello stesso momento ci sono genitori che sopravvivono ai loro figli e vengono catapultati in un posto dove la serenità diventa un’utopia.
Esistono più di 6000 malattie rare. In genere sono di origine genetica e diventano compagne fedeli per la vita. Alcune possono essere combattute e con qualche compromesso ti permettono una vita “normale”. Altre, ti costringono a vivere in una condizione inaccettabile. Inimmaginabile.
Per esempio, essere sordo, cieco e muto cos'è? Uno scherzo del destino? O forse una punizione divina? 189 mila persone in italia sono sordocieche. Un esercito di invisibili che vive nel buio e nel silenzio grazie anche alla superficialità con cui la società si occupa di certe problematiche. Premesso che ci sono persone con handicap che hanno una forza di volontà e un amore per la vita SOVRANNATURALE, persone capaci di meravigliarsi e apprezzare le cose più semplici della vita, dalle quali potremmo imparare a dare la giusta importanza alle cose, poi, ci sono tutti gli altri. Quelli che non accettano la loro condizione. Quelli che cercano una strada diversa e non trovano vie d'uscita, rimanendo intrappolati nella loro “non vita”. Stanno scontando una pena? Che colpe hanno? Sono messi alla prova? Nel 2005, a Firenze, a causa del cordone ombelicale intorno al collo, un neonato andò in arresto cardiaco. Fu intubato e salvato. Nacque cieco, sordo, muto e paralizzato. Cos'è questo? Un transito per il paradiso? Per lui o per i suoi genitori?
Altra situazione: I bambini delle fogne di Bucarest.
Fuori ci sono -10 gradi. Calandosi dai tombini e condividendo con i ratti lo spazio concesso dai cunicoli in cui passano i tubi del riscaldamento sotto la città, possono permettersi di non morire di freddo. I ragazzini vivono in una sorta di città sotterranea fra escrementi, urina, resti di cibo e carogne di topo. Sono abbracciati dal buio. Nero e fetido. Sniffano colla. In molti sono malati di AIDS. Aspettano di essere abusati da qualche malato di mente che ha scelto la Romania come meta per il turismo sessuale. I pedofili arrivano da tutto il mondo. Dall'Europa. Dall'America. Dal Canada. Prostituendosi, i figli di nessuno possono permettersi un tozzo di pane o una bottiglietta di colla. Poi tornano di sotto. Il loro purgatorio é a pochi metri sotto la superficie.
La guerra e l’inferno non possono essere così diversi.
Uomini, donne e bambini stramazzano al suolo e cominciano a dimenarsi. Non riescono a respirare. Rossore e bruciore agli occhi. Vomito. Asfissia. Sono vittima dell'aria che respirano satura di gas nocivi. Nel frattempo, prima che la scia chimica lo raggiunga, un padre scava nelle macerie. Ha le unghia insanguinate; le sue mani sono l'unico mezzo che possiede per cercare di tirare fuori il figlio. Ha già perso la moglie e la sua casa é crollata. Proprio lì, in mezzo alle macerie che hanno seppellito i sacrifici di una vita, annebbiando con la polvere anche i ricordi, c’è il figlio ancora vivo che grida aiuto. Credete che l'inferno possa essere peggiore?
Terzo: l'amore non è reale senza la malattia
Quando ti innamori un po’ fingi. Lo fai quasi inconsciamente. Entri in uno stato mentale irrazionale. Fai cose che non avresti fatto mai. Sei migliore. Se l'amore é corrisposto diventi altruista. Remissivo. Ti scivola tutto addosso. Sei in pace con il mondo. Leggero. Finché dura credi che sia per sempre. Poi la storia comincia a fare parte della normalità. Ti abitui. L’amore per cui ti sei battuto e che hai conquistato diventa SCONTATO. Noioso. Più passa il tempo e più la persona con cui hai condiviso sogni e maturato aspettative assomiglia a un parente. Inizi a condividere tutto quello che all'inizio hai tenuto nascosto: i malanni, le fobie, le scoregge… Il sesso, che un tempo era meravigliosa follia, e che poi è diventato come una medicina con cui rimarginare ferite, un modo per riappacificarsi evitando discussioni su cui ci si è già imbattuti, diventa come un treno che passa in una stazione morta. E’ la fine. Un bel dì ti svegli e non riconosci più la persona con cui condividi il letto. Non sopporti neanche la sua voce.
Poi per fortuna ti ammali. Un incidente. Un male improvviso. Perché, vuoi o non vuoi, tutti ci ammaliamo di qualcosa (toccatevi pure). E proprio in quel momento capisci che la persona di cui ti sei innamorato era sempre lì, perché é la stessa che ti terrà la mano per tutta la notte, seduta in una sedia mentre sei in degenza in ospedale. L'unica, fra amici e parenti che non ne vuole sapere di allontanarsi da te. Perché è lì il suo posto. Al tuo fianco.
Così, nei momenti di difficoltà, capisci che è solo cambiato il modo in cui ci si ama. É diventato reale.
Quarto: l’ambizione ti divora
Sono sempre più presenti sui social “guru” che vogliono insegnarci, in cambio di like e condivisioni, a lottare per i nostri sogni. Lottare duro. Non mollare mai per dare voce alle nostre ambizioni. Per raggiungere il nostro obiettivo. Sempre… A ogni costo. Perché uno su mille ce la fa!
E gli altri 999? Che fanno? Sei uno dei 999? Benvenuto nel clan.
Mi sono cucito addosso una prospettiva futura immaginaria. L’ho vissuta come se fosse presente. Ci ho creduto veramente. Ho perseverato. Il desiderio che ho nutrito cresceva e di pari passo cresceva l'insoddisfazione, la sete. Poi l'immaginazione sfocò come un sogno al suono della sveglia e mi sono reso conto che l'ambizione che avevo andava oltre le mie potenzialità. Ansia. Stress. Delusione. Ho nutrito per anni degli intenti che mi hanno fatto vivere fuori dal presente. In qualche modo mi hanno dato aria da respirare tutte le volte che mi sentivo soffocato da una realtà che non sentivo mia. Poi, però, arriva la resa dei conti. Bisogna accettare la sconfitta per trarne, quantomeno, un insegnamento. Solo attraverso una strada sbarrata si cerca un’alternativa che può rivelarsi migliore. Adatta. Insomma… non tutto il male viene per nuocere.
“Ci agitiamo ansiosi nel mondo, divorati da ambizioni che una volta soddisfatte ci lasciano in balìa di una sete più grande” (Anthony De Mello)
Quinto: il libero arbitrio non esiste
“Un pianista non pensa intenzionalmente a schiacciare ogni tasto del pianoforte, ma suona sulla base di condizionamenti e memorie accumulate nel tempo”
Abbiamo perso la libertà; non siamo più padroni del nostro tempo. Solo di rado abbiamo la capacità di estraniarci da questo “codice comportamentale” che ci hanno impiantato nel cervello e che ci fa vivere secondo tradizione. Un codice culturale fondamentale per vivere in società ma che ha strappato all’uomo la capacità di essere l'unico artefice delle proprie scelte.
Così, viviamo soffocando l'istinto in una morsa di autopersuasione in cui non siamo ma… dobbiamo essere.