Il successo non si raggiunge per caso, ma si attrae, si sceglie e si crea



by   |  LETTURE 1994

Il successo non si raggiunge per caso, ma si attrae, si sceglie e si crea
Il successo non si raggiunge per caso, ma si attrae, si sceglie e si crea

Per attrarre e creare il successo si deve scegliere di chiudere il vuoto tra ciò che si sa si dovrebbe fare e ciò che si fa realmente. Durante la propria vita lavorativa e privata ognuno di noi ricopre tre ruoli che non si escludono a vicenda, questi sono: giocatore, allenatore e membro della squadra. Ognuno di questi ruoli ha delle caratteristiche che sono applicabili anche agli altri e ognuno di essi trae benefici dagli altri.

Di seguito verranno elencate le qualità migliori per ricoprire i ruoli summenzionati, ogni qualità si basa e si evolve dalla precedente e l’ultima qualità indicata in ogni lista è il risultato delle precedenti.

Quali sono le caratteristiche di un buon “giocatore”?

Il giocatore è un individuo che fa parte di una squadra, un’organizzazione o un’azienda. Le caratteristiche migliori per avere successo nel proprio lavoro quando si ricopre il ruolo di “giocatore” sono:

- Consapevolezza di sé.

È bene essere consapevoli dei propri punti di forza e delle proprie debolezze, se non abbiamo idea di chi siamo o di quello che facciamo, niente di ciò che si apprende avrà davvero importanza.

Essere consapevoli di sé significa essere in grado di valutare se stessi onestamente, accettando i propri difetti e impegnandosi a migliorare. Se si è consapevoli in cosa si eccelle si è in grado di concentrarsi su tale elemento tanto da rendersi indispensabili ed essere consci di cosa evitare. Tuttavia bisogna essere in grado di non cadere nella trappola dell’arroganza, e il miglior modo per evitarla è imparare ad ascoltare coloro che ci circondano e ci conoscono meglio. Dando ascolto a chi ci circonda, alle loro lodi ma soprattutto alle loro critiche si può scoprire su quale parte di noi stessi dobbiamo lavorare per migliorare.Si è consapevoli di sé quando si conoscono gli elementi che si è in grado di controllare al cento per cento, come attitudine e impegno, e si lascia andare ciò che non si può influenzare direttamente, poiché assorbe le energie che sarebbero meglio utilizzate altrove. Un esempio in tal senso è l’insegnamento del coach John Wood ai suoi giocatori: Wood, durante ogni stagione alla UCLA (University of California, Los Angeles) insegnava ai suoi giocatori come indossare correttamente i calzini per evitare la formazione delle vesciche, grazie a questo dettaglio insignificante i giocatori erano ancora freschi a fine partita.

Un dettaglio insignificante ma controllabile permetteva ai giocatori di fare il loro lavoro al meglio.

Esercizio: per essere più consapevoli possiamo rivolgerci le seguenti domande.

• In cosa si è abili?

• Cosa bisognerebbe migliorare?

• Qual è il nostro piano per migliorarci?

- Passione.

La passione è il nostro motore, ci spinge a fare ciò che dobbiamo e può identificare e separare il nostro lavoro da quello degli altri. L’attitudine e il modo di approcciarsi a un lavoro/azione, è ciò che determina il senso di soddisfazione che proviamo nell’eseguirlo. Se si instilla la passione nel proprio lavoro, si ha un senso di motivazione integrato che rende l’azione più semplice nei momenti ardui e ci prepara ad essere pronti quando le opportunità si presentano. A volte gli stessi ostacoli possono instillare passione, la voglia di superarli ci può aiutare a vederli più come opportunità di apprendimento, è infatti attraverso il disagio che impariamo e cresciamo di più e non rimanendo nella nostra bolla di sicurezza e comfort. Il talento da solo se non è attivato dalla passione è inutile.

Esercizio 1: applica un cambio di mentalità usando “ho il piacere/ onore/la fortuna di (scrivere un articolo, cucinare un piatto, ecc...)” invece del verbo d’obbligo “devo”.

Esercizio 2: scrivi tre ostacoli principali incontrati e rispondi alla domanda “In che modo possono diventare delle fonti di motivazione?”

- Disciplina.

La disciplina ci permette di mantenere e perfezionare un sistema mirato al miglioramento di noi stessi, creare un insieme di abitudini e una struttura che ci fornisce un vantaggio rispetto agli altri. Il successo non si trova per caso, si crea attraverso la costruzione di abitudini che ci permettono di raggiungerlo e grazie alla ripetizione continua delle azioni base richieste, fino a raggiungere la perfezione.

La disciplina è il sistema di un insieme di abitudini costanti che ci permette di essere il top del top nel settore designato e di evitare le distrazioni inutili, focalizzandosi sulle priorità. Si traduce in tre elementi principali:
1. Decidere cosa si vuole,
2. Determinare il prezzo da pagare per ottenerlo,
3. Scegliere se si è pronti a pagarlo o no. Non è la concentrazione sul risultato, ma sono la preparazione e la concentrazione sul procedimento che permettono di raggiungere l’obiettivo.

Esercizio:

• Quali sono le tre responsabilità lavorative più importanti che hai?

• Cosa fai davvero al lavoro?

Se non passi almeno l’ottanta o il novanta per cento del tempo sulle tre responsabilità primarie, allora non sei efficiente quanto potresti.

- Disposizione all’apprendimento.

È importante accettare che non si finisce mai di imparare ed essere disposti ad apprendere. La conoscenza è uno degli elementi controllabili di cui disponiamo, siamo sempre in grado di controllare il nostro vantaggio in questo elemento e per farlo si deve mettere da parte il proprio ego, avere una mentalità aperta ed essere pronti ad accettare il feedback degli altri, così da non rimanere bloccati nel proprio processo di crescita. Dobbiamo educare i nostri occhi a riconoscere le grandi idee, educare il nostro cuore e la nostra mente ad accettare il fallimento e a riconoscerlo come un momento di apprendimento, chi ci critica può diventare il nostro migliore maestro.

- Autostima.

L’autostima attrae il successo ed è il risultato della consapevolezza di sé, della passione in ciò che si fa e dell’impegno a migliorarsi.

L’autostima è come un faro che mette in risalto il proprio lavoro e infonde una guida ed energia agli altri. Mostrare autostima non significa essere arroganti, ma essere sicuri di sé e di ciò che si fa.

L’autostima è come una calamita che attrae ciò che si desidera, ci permette di non rimanere impantanati nel passato, ma di assorbire da esso la lezione necessaria per poi andare avanti.